Una casa al gusto pistacchio

LocationBrescia

Data2022

Progetto Interior Design / Ristrutturazioni

Committente Privato

PhotoMattia Aquila

Come raccontare il progetto di casa propria? Forse non si può ed è per questo che ho chiesto aiuto, un occhio al di fuori della mia visione, un occhio che stimo moltissimo, quello di Clara Bona, architetto milanese, vivace, appassionata, precisa e dalla grande identità stilistica. Ecco cosa dice del mio progetto:

 

“Entrare a casa di Francesca è come tuffarsi in un mondo di gioia e leggerezza. Si chiude la porta e si ha la sensazione di lasciare fuori tutto quello che ci ha preoccupato o stressato: finalmente ci si sente A CASA! Una casa che ispira solo pensieri positivi. Ogni ambiente e ogni oggetto parla in maniera inequivocabile di chi in questa casa ci abita. Ma qui c’è di più. Perché la persona che vive qui coincide con chi l’ha progettata. E anche per questo è avvenuta la magia: ecco una casa in cui tutto è proprio come lo si voleva, come lo si è immaginato dall’inizio o quasi. Niente compromessi, nessuno da convincere a fare una vetrata gialla invece del solito bianco o nero… Neppure una titubanza quando si è scelta una carta da parati super decor che riveste pareti e porte. Che meraviglia!

Ecco, io appena sono entrata qui ho subito pensato a quanto sono belle le case in cui si avverte la voglia di osare, di divertirsi, di aggiungere un tocco di ironia. Ci vuole coraggio ma anche un grande senso della misura. Infatti Francesca mi ha confidato che si è anche un po’ trattenuta… E lo posso capire, perché in questo le assomiglio molto: anche io per carattere oserei sempre di più. Perché noi che facciamo questo lavoro sappiamo bene che alcune cose se proprio ti stancano le puoi cambiare in un attimo (un colore, una carta… cosa vuoi che sia!). Ma sappiamo anche che è più facile stufarsi di una scelta anonima, banale e noiosa piuttosto che di una decisa e con personalità.

Comunque Francesca, al di là di come progetta solitamente, in questo momento della sua vita si sente leggera, delicata, fragile. Chi la conosce sa che ha un’anima solitaria, introspettiva e spesso malinconica. Ma lei ama circondarsi di cose che non lasciano trasparire questo aspetto, proprio perché dalla sua casa vuole altro: vuole un luogo di sospensione, un rifugio fresco e scanzonato, un mondo a tratti fiabesco. E questa sensazione arriva subito, diretta, agli occhi ma anche al cuore.

 

Dal punto di vista puramente architettonico gli spazi sono tagliati perfettamente, per rispondere alle proprie esigenze e allo stile di vita: la pianta è quindi funzionale e rigorosa, come sempre deve essere. Ma quando come ospiti entriamo in una casa non guardiamo quasi mai il suo taglio: ci lasciamo piuttosto trasportare dai dettagli e da quello che ci emoziona. E qui le cose che colpiscono sono tante. Prima di tutto la cura e l’amore per gli oggetti. E per la tavola, che è il luogo privilegiato dove vivere con gli amici e le persone care. C’è una grande attenzione per i quadri e le piccole sculture, appese in modo all’apparenza casuale, ma invece perfettamente studiato.

E poi i colori, che sono intensi e squillanti in alcuni punti, ma che si “tranquillizzano” nella camera da letto, dove c’è bisogno di un ambiente più soft. Anche la cucina è bianca, e perfettamente attrezzata. Mi piace molto avere una progettualità razionale dove serve per poi lasciarsi andare dove invece si può.

Io mi sono innamorata del bagno, con il suo soffitto giallo intenso, la carta da parati azzurra con i cigni, il pavimento bianco ma anche coloratissimo grazie a tutte le piccole pietrine brillanti… Un mix che solo un interior designer esperto può ideare, perché riesce ad essere perfettamente equilibrato nonostante le scelte audaci. Abbinare pezzi, fantasie e colori che a prima vista non c’entrano nulla l’uno con l’altro è una dote che in pochi hanno. E Francesca in questa casa ha dimostrato che ne è una maestra.”

 

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