Le richieste iniziali erano tanto precise quanto disparate: un luogo dove sentirsi a casa, intimo, non convenzionale, un mondo che prendesse spunto dal viaggio continuo dell’uomo, viaggio fisico o mentale, un mondo di raffinata eleganza ma che non inibisse l’ingresso e la sosta, animali, fumetti e illustrazione, il teatro ed il suo modo di mettere in scena la vita. Argomenti ne avevamo, ma come riassumerli senza creare il caos e l’incoerenza? Come sempre partendo da un punto fisso e ruotando attorno le altre idee, questo è il mio metodo.
Li ho immaginati come marionette e attori sul palcoscenico
Siamo partiti dal concept del bancone dove i barman dovevano concentrare tutta la loro essenza e presenza, prendendo spunto dal Teatro Grande, alle spalle del locale stesso. Li ho immaginati come marionette e attori sul palcoscenico, un piccolo teatrino fatto di luci da camerino sulla testa, legno sagomato come tende e carta da parati come tessuti, frange oro e rosso carminio come da tradizione. Il tutto incorniciato da colori vellutati e scuri, un petrolio profondissimo per ottenere un ambiente ovattato e morbido, dove poter sostare al bancone, massiccio ed elegante con piano in rovere spazzolato.
Un bancone arricchito da bottiglie ricercate, bicchieri retrò e abat-jour che riprendono il logo del locale. Salendo le scale, tra ex voto propiziatori e miniature di altri tempi, troviamo una carta da parati eccentrica e visionaria, fondo ancora scuro e pappagalli multicolor in lamina di metallo che crea un effetto davvero unico. Il sogno, l’onirico e l’immaginario. E poi la saletta al primo piano, colori della sabbia, ed il turchese del mare messicano, ancora il viaggio, le navi, cartine geografiche e dettagli esotici. I tavoli li ho voluti a rigoni, bianchi e rossi, un inchino al mondo visionario di Moschino, fatto di spettacolo e colore, di carillon e black & white, che troviamo nella ristrutturazione dei bagni. Questi ultimi enfatizzati con prodotti smaltati lucidi e pezzi d’arredo vintage, maioliche mediterranee e stampe appese alle pareti.
Un progetto quindi che abbiamo vissuto dal primo giorno, concepito, gestito e partorito come una vera creatura, che adesso crescerà attraverso i suoi abili proprietari e accoglierà gente famelica di posare gli occhi su dettagli deliziosi. Un locale familiare ma eclettico, per chi vorrà bere le migliori ricette e godere delle chiacchiere dei veri protagonisti di questa storia, i proprietari della Riserva del Grande, Ampelio ed Enrico.